OMAGGIO AD ANNA MARIA MORGERA

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Una sera  mi giunse una telefonata dal compianto Maestro Enrico Forte, formidabile pianista ed etnomusilogo, il quale m’ invitava ad intervenire con il mio spettacolo “Cammenata” presso il Club Universitario Cavese. Mi sottolineava che fra i due spettacoli “Cioni Mario” di Bertolucci, recitato da Roberto Benigni al San Carluccio, e “Cammenata”, si era scelto quest’ultimo per far conoscere Viviani al pubblico di Cava dei Tirreni. Era il 1977 e così  presso il Club Universitario Cavese, che ancora ringrazio, conobbi Annamaria Morgera. Autrice di lavori teatrali come “Il Salone Margherita”, “Paese mio”, “Masaniello”,L’ auciello grifone”, “Lo cunto de la peste de lo 1656”, “Il  Café Chantant”, per citarne alcuni, nonché regista di lavori come “La favola  di Orfeo”, “El cuento antiguo e…la ballata nova”, “Natale in casa Cupiello”, “Filumena Maturano” e tanti tanti altri, tutti diretti ,al di là della sapienza ed esperienza,  con la pazienza dell’ appassionata purosangue.

Annamaria Morgera, un po’ come me, era ed è legata al concetto classico, seppure rivisitato, ma classico del teatro : teatro che punta alla significazione essenziale ed utile dei contenuti. Tenace come non mai dirige quei teatranti cavesi, o meglio “i cavoti”, sempre entusiasti ed impegnatissimi nel dare al teatro un prezioso quanto sempre più utile apporto.
Grazie  Annamaria, nobilissima e tenace cultrice di storia e tradizioni popolari cavesi. Bontà tua per aver retto la fiaccola del teatro per oltre cinquant’ anni in questa terra meravigliosa di Cava de’ Tirreni, dove si è visto e si vede un pullulare di giovani talenti portatori della più alta Cultura..
E tu, vivificatrice profonda ed attenta di ogni poesia, come una giovinetta di fresco entusiasmo, ancora hai voluto offrirmi luce e speranza nel farmi omaggio del ricordo più bello fra le nostre esperienze teatrali : il ricordo della Maschera di Raffaele Viviani. “Omaggio a Ciro Ridolfini” è per me la testimonianza più vera che un attore possa ricevere, “un attore”, come mirabilmente volle asserire Pupella  Maggio, “non certamente votato ad una fortuna teatrale,impossibile per un’ idea di Cultura sempre più in contrasto con le ragioni di mercato”. 
Tu sottolineavi  il declino dei valori, quei bei valori che ci accomunano ed ancora ci accompagnano facendoci “sognare ed esistere”. “Ma so’ ccose tramuntate”, scriveva Viviani, “sta dint’ ‘e catene sta libbertà!”

ciro ridolfini      

 

 

 

 

Il Salone Margherita” un successo preannunciato

Gerardo Ardito
Non si è smentita, e non poteva smentirsi Anna Maria Morgera che ha presentato la sua nuova compagnia de “I Cavoti” in “Il Salone Margherita” al Club Universitario Cavese il 17 febbraio scorso. Una serata e uno spettacolo all’insegna dell' allegria, della musica e del buon gusto.
E’ andata bene, ma ogni cosa,- ci ha detto, la signora Anna Maria,- è perfettibile. I ragazzi, tutti debuttanti, hanno dato il meglio, hanno avuto coraggio e “faccia tosta" impegnandosi in cose che sono molto lontane dalla loro attività abituale. I cantori sono ingegneri chimici ambientali, poi abbiamo un avvocato, un fiscalista, un altro prossimo ingegnere, studenti, impiegati”. Con la collaborazione della Sig.a Magda Bisogno, attrice e regista, alla quale Anna Maria ha passato il testimone, già da qualche anno, la compagnia ha dato prova di grande spirito e di professionalità.
Abbiamo vinto una sfida – ha aggiunto la sig.ra Morgera - con quanti ritenevano improbabile che la compagnia potesse, in così breve tempo, trovare nuove energie e andare in scena”. C’è da dire, infatti, che “la leonessa era ferita, ma non morta” e che realmente ha dato prova di instancabilità, passione, determinazione e competenza. Sessantasette anni, 30 di attività, oltre 50 testi interamente scritti da lei, centinaia di rappresentazioni, una carriera che fa onore al teatro. Fra i debuttanti: la ballerina Marianna Polacco diplomata al “Ballet Studio di Mimmo Cappiello”, Michele Ascione (il guappo), Ferdinando De Rosa (Fifirino), Peppe Romano (lo scrivano), Veronica Vanacore (la zucconas), e Marianna Lamberti (Mimì di Montemurro), Anna Mazzotta (la vezzosa), Simona Siani (la servetta), Roberta Pierro (la pettegola) e ancora la presentatrice: Magda Bisogno, e primi, non ultimi “i vecchi” Geltrude Barba, che ha curato anche le coreografie, e Raffaele Armenante, una coppia che ha stupito e divertito il pubblico con una “macchietta” degna del migliore repertorio comico d’autore, infine, coinvolgente la cantante Antonella Citro che ha anche commosso con la delicata interpretazione della famosissima Lily Marlene. Bravissimi i musicisti coordinati dal chitarrista Stefano Scafuro, spiritoso e simpatico nell’interagire con la presentatrice e gli attori. Molto soddisfatto il folto pubblico, che ha sottolineato il proprio gradimento partecipando ai cori e alle canzoni del repertorio napoletano tipico del caffè chantant. L’unico rammarico è stato lo spazio troppo piccolo per un così numeroso pubblico, parte del quale è rimasto in piedi. Ad Anna Maria Morgera, alla regista Magda Bisogno e a tutti "I Cavoti" un caloroso AD MAIORA e un arrivederci a presto col nuovo spettacolo, che da voci "di corridoio" abbiamo appreso essere un testo in lingua quasi certamente da Garcia Lorca

 

 

A tu per tu con la studiosa di cultura e tradizioni popolari Anna Maria Morgera
Nuovo appuntamento con “I Cavoti”

Gerardo Ardito
Appuntamento con ‘I Cavoti’” era il titolo di una rubrica radiofonica che Anna Maria Morgera, studiosa e cultrice di storia e tradizioni popolari cavesi, conduceva negli anni ’70 e ’80 alla radio. Questo appuntamento si è rinnovato, anche se non attraverso l’etere, fino ad oggi. Abbiamo incontrato Anna Maria Morgera alle prese con l’allestimento di una nuova performance teatrale.
Anna Maria, da quanto tempo si interessa di teatro?
"Da circa 30 anni… Sono tanti… Lo può vedere anche dai miei capelli bianchi".
Comunque è sempre molto attiva. Presto vedremo un suo nuovo spettacolo.
"Qualcuno… "le malelingue" ha già detto “Le solite cose!”. Infatti ho rispolverato, riveduto e corretto un vecchio spettacolo: “ll Salone Margherita”. “Il solito calderone”, aggiungeranno le stesse malelingue”, ma questa volta il termine “calderone” è perfettamente adeguato, giacché il Cafè Chantant in effetti era un grande contenitore. La differenza tra il varietà e il moderno cabaret, sta nella scelta fatta con la regista Magda Bisogno di brani d’autore come Bovio, Viviani ecc..."
Un allestimento che ha già proposto 13 anni fa. Quali novità ha apportato?
"Musica e canti sono eseguiti dal gruppo Misto Folk Band, "cantori ingegneri" li chiamo io, perché sono di fatto tutti ingegneri e ricercatori, oltre che musicisti. Le coreografie sono in parte curate da Geltrude Barba dell’Art Danza e da Marianna Polacco, diplomata al Ballet Studio di Mimmo Cappiello".
Quando andrete in scena e dove?
"Il 17 febbraio al Club Universitario Cavese, al quale sono legata da anni e che, oggi come oggi, è l’unica struttura centrale che offre lo spazio per una discreta messa in scena. Ha messo subito il dito nella piaga più dolente e discussa: il teatro!"
Crede che nascerà un teatro a Cava?
"Mi piacerebbe vivere abbastanza per vederlo".
Vuol dire che non crede nel progetto della ristrutturazione del vecchio deposito degli autobus?
"Nelle idee e nelle persone che hanno tutta l’intenzione di realizzarlo, ci credo. Il luogo è sicuramente il migliore che si potesse scegliere, ma non credo che ci siano i soldi per costruire una struttura degna del nome di teatro".
Perché?
"Perché per avere un buon teatro si deve partire dalle fondamenta, il ché significa abbattere e ricostruire, non trasformare. Un teatro ha bisogno di serie progettazioni, di ingegneri e architetti teatrali. Chi non è mai stato dietro le quinte di un vero teatro, non sa cosa c’è dietro la facciata, oltre le belle poltrone e le moquettes. Per non parlare della gestione".
Ma si parla già di affidarla a un noto esponente del teatro cittadino...
"I teatranti cavesi sono tutti bravi e preparati, ma una gestione che si rispetti deve cominciare dalla costituzione di un Ente teatro, un ente che trovi i soldi e i canali per portare nomi e manifestazioni di rilievo. Il teatro deve avere i suoi organi ben definiti e un direttore artistico giovane, intraprendente e con i giusti agganci. Se poi si vuole fare il teatro per i gruppi e le associazioni locali, allora il discorso cambia".
A Cava ci sono tante compagnie e tanti gruppi e ogni giorno nascono nuove associazioni, cosa ne pensa?
"Penso che sia una cosa buona e giusta, ma… Cava è una cittadina storicamente e proverbialmente attivissima, però, con tutto il rispetto, consentimi di dire che talvolta il proliferare di tanti gruppi, diventa negativo. Molti pseudo organizzatori, presidenti, capocomici, non sono mai saliti in palcoscenico e mai entrati in un teatro, è gente che tenta la solita speculazione, ignorando che col teatro amatoriale c’è sempre da rimetterci. Il teatro è una cosa seria, non la fabbrica del fumo! Le associazioni, i gruppi teatrali devono avere l’umiltà di essere e agire per quel che sono e soprattutto non improvvisarsi. Mimmo Venditti, Clara Santacroce, Renata Fusco e tanti altri hanno lavorato, hanno studiato. Dirsi teatrante, chiamarsi regista, progettare e fantasticare, senza averne le basi, è solo presunzione. Promettere successo, scritture, tournèe, e denaro poi, è una offesa alla intelligenza di chi per passione, per vocazione, o anche solo per divertimento, vuole entrare nel mondo dello spettacolo".
Ha una nuova compagnia teatrale o sbaglio?
"Sì, tranne mio marito e Magda Bisogno, che dopo tanti anni ha preso giustamente il mio posto, sono tutti ragazzi giovani e alle prime esperienze, coi quali non facciamo teatro, ma giochiamo a fare il teatro per il gusto di stare insieme e di divertirci. Nel corso della mia carriera di “regista” e di esperta esterna nelle scuole ho visto avvicendarsi molte generazioni e molti sono stati i ragazzi che si sono alternati. Il teatro, del resto cambia e cambiano le persone, ognuno deve fare la sua strada e le sue scelte, se per nostra fortuna non fossimo dilettanti e come tali non vincolati da contratti, ci sarebbe da dispiacersi. La cosa importante è che chi si allontana, lo faccia per il meglio e non si faccia illudere o ingannare, che come dicevo è molto facile quando si è ansiosi di arrivare e i venditori di fumo sono abilissimi"